Amici del web, oggi vi proponiamo un cantautore romano e di nicchia. Legato fortemente alle sue radici e alla sua musa ispiratrice: Roma.
Stiamo parlando di Alessandro Cives, che noi adoriamo.
Quando hai
iniziato a suonare e perché?
Ho iniziato a
suonare la chitarra nel 1995 in un periodo della mia vita in cui la “musica da
suonare” e non più soltanto quella da ascoltare diventava la mia più grande
scoperta che avrebbe poi cambiato radicalmente la mia esistenza. Probabilmente,
il principale motivo di questa mia scelta consisteva nel bisogno di continuare
ad esprimere la mia creatività seguendo non più soltanto la dimensione
figurativa bensì anche quella del suono.
La musica è una
fuga dalla realtà?
Per me no. Per
me, come è avvenuto anche nel disegno, nella pittura, nella grafica e nella
scrittura, è semplicemente una dimensione artistica nella quale riprodurre e
descrivere con i propri occhi, ben accordati con quello che mi circonda, la
realtà catturata dal mio punto di vista. Poi, senza dubbio, c’è anche la sfera
più legata alla fuga dal proprio reale personaggio per vestire i panni di
qualcun altro o più semplicemente per descrivere ambientazioni distanti dalla
realtà o dalla mia esperienza personale, un po’ come farebbe spesso un
romanziere, ma si tratta, nel mio caso, di una minima parte. Comunque, in
entrambi i casi, è sempre necessario un lungo lavoro di ricerca.
La musica, può
salvare?
La musica non
ce la fa più a salvare nessuno e credo sia giusto così perché più di tutto e
tutti, è la musica stessa che ha bisogno di essere salvata, spesso da noi
stessi o dall’ignoranza di chi non si preoccupa di fare arte bensì di fare
l’artista.
Parlaci del tuo
primo lavoro in due righe
Fu con i Linea
B, la band con la quale ho suonato la chitarra e cantato per circa dieci anni,
dal 1999 al 2009. Nel 2003 registrammo un buon disco di dodici brani di cui
undici e mezzo scritti da me. Si chiamava Timidi Orizzonti e ancora oggi,
seppur raramente, mi capita di infilare qualcuno di quei brani nei miei live.
Parlaci del tuo
ultimo lavoro in due righe
A livello cantautorale, Rose celesti
(2008/2010), a livello strumentale/ sperimentale, Passi di maggio (2009) ma, il
mio vero ultimo lavoro non è un album bensì un’invenzione pensata per chi fa
musica. Proprio lo scorso anno infatti, grazie anche ad una breve esperienza di studio in ambito di disegno
progettuale, ho ideato, disegnato e realizzato uno strumento che ho chiamato
“regolo tonale”, utile alla trasposizione delle note sulla scala tonale e ad
individuare quindi più facilmente e più velocemente le giuste note nella
composizione o nella esecuzione di un brano musicale di cui, per necessità, si
è dovuta cambiare la tonalità. L’ho anche presentato alla V Edizione del Maker
Faire di Roma. Se per caso finora non fossi ancora riuscito a lasciare nulla di
importante a livello cantautorale, magari forse, in questo modo, riuscirò
almeno a lasciare qualcosa di utile ai miei colleghi che possa facilitare e
semplificare il loro lavoro. Comunque, mi riprometto sempre di riuscire anche a
portare a termine il mio nuovo album che è lì sul tavolo di lavoro da più di
cinque anni.
Cosa è cambiato
tra il primo e l’ultimo?
Non posso dirlo
ancora perché il primo e l’ultimo lavoro sono due oggetti completamente
differenti l’uno dall’altro. Potrò dirlo quando finirò il mio nuovo album. Non
so quando.
Il tuo musicista
preferito, perché?
John Winston
Lennon. Perché, dopo che ascolti tanta musica bella, sofisticata e interessante
per mesi e mesi, poi, alla fine, quando torni ad ascoltare lui, finalmente ti
quadra tutto. Cominci allora a domandarti perché tu abbia perso tanto tempo ad
ascoltare altro. Trovo sia l’unico esempio di perfetta genialità nella storia
mondiale della musica moderna.
Come è cambiato
il tuo lavoro con l’impatto del digitale
Non è cambiato
nulla perché resto analogico. Voglio solo la mia chitarra, il mio suono, le mie
idee, le mie intuizioni, le mie parole e basta. Poi la gente può ascoltarmi per
mezzo di un mp3 o per mezzo di una radio o di un nastro analogico. Mi cambia
davvero poco.
Tu e i social
network?
Utilissimi più
di tanti cialtroni nel mondo del management, dell’informazione, della
discografia o delle istituzioni. Devo ai social network se ad un certo punto ha
iniziato a conoscermi molta più gente.
Cosa fai prima
di suonare?
Se posso mangio
e bevo, poi mi isolo per qualche minuto, lontano da chi mi aspetta sul palco,
mi concentro, accordo la chitarra e con molta calma vado verso il palco, senza
fare corse.
Ricevuti
rifiuti? Come hai reagito?
Ho continuato a
suonare e basta. Non è mai un problema mio e mai lo sarà.
Musa
ispiratrice?
La città di
Roma.
Tu e il
sociale? Cosa ne pensi?
Parlare del
sociale è sempre molto complicato perché porta inevitabilmente a schieramenti e
a occasioni mancate per comprendersi vicendevolmente. Chi vuole avere ragione
vuole anche che gli altri abbiano torto e, spesso, tutto si trasforma in una
questione di orgoglio personale. Secondo me siamo incastrati in una triste e
misera guerra tra poveri. Il degrado sociale è una realtà spesso maggiormente
rigogliosa proprio laddove l’economia più selvaggia trionfa. Basti osservare
una periferia romana, tanto benessere e altrettanta abbondanza di cose futili a
discapito poi del progresso sociale, culturale e soprattutto spirituale.
Perché ascoltare
la tua musica?
Perché è musica
Bio e fa bene alla mente e all’anima. A parte gli scherzi, non saprei. Lascio
che lo scoprano gli altri il perché.
Descriviti in
tre parole
Cantautore,
illustratore e creativo.
Consigliaci un
collega
Emiliano
Guiducci.
Eventi futuri
Suonerò sabato
24 febbraio alle ore 19.00, dopo quasi due anni di assenza dal palco, in
occasione della V Edizione della Rassegna di Roma Cantautori ospitata anche
quest’anno dal Polmone Pulsante alla Salita del Grillo, 21 Roma. Vi Aspetto
tutti numerosi!
Contatti
Mi trovate su
Facebook su YouTube o visitando il mio sito internet www.alessandrocives.it
Le redazioni
di Musa Distorta e In giro con l’arte ti ringraziano e ti augurano in bocca al
lupo per i lavori futuri, siamo certi che saranno sempre un grande successo.