sabato 17 febbraio 2018

Scoprendo le note di... Alessandro Cives


Amici del web, oggi vi proponiamo un cantautore romano e di nicchia. Legato fortemente alle sue radici e alla sua musa ispiratrice: Roma.
Stiamo parlando di Alessandro Cives, che noi adoriamo.


Quando hai iniziato a suonare e perché?

Ho iniziato a suonare la chitarra nel 1995 in un periodo della mia vita in cui la “musica da suonare” e non più soltanto quella da ascoltare diventava la mia più grande scoperta che avrebbe poi cambiato radicalmente la mia esistenza. Probabilmente, il principale motivo di questa mia scelta consisteva nel bisogno di continuare ad esprimere la mia creatività seguendo non più soltanto la dimensione figurativa bensì anche quella del suono.


La musica è una fuga dalla realtà?

Per me no. Per me, come è avvenuto anche nel disegno, nella pittura, nella grafica e nella scrittura, è semplicemente una dimensione artistica nella quale riprodurre e descrivere con i propri occhi, ben accordati con quello che mi circonda, la realtà catturata dal mio punto di vista. Poi, senza dubbio, c’è anche la sfera più legata alla fuga dal proprio reale personaggio per vestire i panni di qualcun altro o più semplicemente per descrivere ambientazioni distanti dalla realtà o dalla mia esperienza personale, un po’ come farebbe spesso un romanziere, ma si tratta, nel mio caso, di una minima parte. Comunque, in entrambi i casi, è sempre necessario un lungo lavoro di ricerca.


La musica, può salvare?

La musica non ce la fa più a salvare nessuno e credo sia giusto così perché più di tutto e tutti, è la musica stessa che ha bisogno di essere salvata, spesso da noi stessi o dall’ignoranza di chi non si preoccupa di fare arte bensì di fare l’artista.


Parlaci del tuo primo lavoro in due righe

Fu con i Linea B, la band con la quale ho suonato la chitarra e cantato per circa dieci anni, dal 1999 al 2009. Nel 2003 registrammo un buon disco di dodici brani di cui undici e mezzo scritti da me. Si chiamava Timidi Orizzonti e ancora oggi, seppur raramente, mi capita di infilare qualcuno di quei brani  nei miei live.


Parlaci del tuo ultimo lavoro in due righe

A livello cantautorale, Rose celesti (2008/2010), a livello strumentale/ sperimentale, Passi di maggio (2009) ma, il mio vero ultimo lavoro non è un album bensì un’invenzione pensata per chi fa musica. Proprio lo scorso anno infatti, grazie anche ad una breve esperienza di studio in ambito di disegno progettuale, ho ideato, disegnato e realizzato uno strumento che ho chiamato “regolo tonale”, utile alla trasposizione delle note sulla scala tonale e ad individuare quindi più facilmente e più velocemente le giuste note nella composizione o nella esecuzione di un brano musicale di cui, per necessità, si è dovuta cambiare la tonalità. L’ho anche presentato alla V Edizione del Maker Faire di Roma. Se per caso finora non fossi ancora riuscito a lasciare nulla di importante a livello cantautorale, magari forse, in questo modo, riuscirò almeno a lasciare qualcosa di utile ai miei colleghi che possa facilitare e semplificare il loro lavoro. Comunque, mi riprometto sempre di riuscire anche a portare a termine il mio nuovo album che è lì sul tavolo di lavoro da più di cinque anni.




Cosa è cambiato tra il primo e l’ultimo?

Non posso dirlo ancora perché il primo e l’ultimo lavoro sono due oggetti completamente differenti l’uno dall’altro. Potrò dirlo quando finirò il mio nuovo album. Non so quando.


Il tuo musicista preferito, perché?

John Winston Lennon. Perché, dopo che ascolti tanta musica bella, sofisticata e interessante per mesi e mesi, poi, alla fine, quando torni ad ascoltare lui, finalmente ti quadra tutto. Cominci allora a domandarti perché tu abbia perso tanto tempo ad ascoltare altro. Trovo sia l’unico esempio di perfetta genialità nella storia mondiale della musica moderna.


Come è cambiato il tuo lavoro con l’impatto del digitale

Non è cambiato nulla perché resto analogico. Voglio solo la mia chitarra, il mio suono, le mie idee, le mie intuizioni, le mie parole e basta. Poi la gente può ascoltarmi per mezzo di un mp3 o per mezzo di una radio o di un nastro analogico. Mi cambia davvero poco.


Tu e i social network?

Utilissimi più di tanti cialtroni nel mondo del management, dell’informazione, della discografia o delle istituzioni. Devo ai social network se ad un certo punto ha iniziato a conoscermi molta più gente.


Cosa fai prima di suonare?

Se posso mangio e bevo, poi mi isolo per qualche minuto, lontano da chi mi aspetta sul palco, mi concentro, accordo la chitarra e con molta calma vado verso il palco, senza fare corse.


Ricevuti rifiuti? Come hai reagito?

Ho continuato a suonare e basta. Non è mai un problema mio e mai lo sarà.


Musa ispiratrice?

La città di Roma.


Tu e il sociale? Cosa ne pensi?

Parlare del sociale è sempre molto complicato perché porta inevitabilmente a schieramenti e a occasioni mancate per comprendersi vicendevolmente. Chi vuole avere ragione vuole anche che gli altri abbiano torto e, spesso, tutto si trasforma in una questione di orgoglio personale. Secondo me siamo incastrati in una triste e misera guerra tra poveri. Il degrado sociale è una realtà spesso maggiormente rigogliosa proprio laddove l’economia più selvaggia trionfa. Basti osservare una periferia romana, tanto benessere e altrettanta abbondanza di cose futili a discapito poi del progresso sociale, culturale e soprattutto spirituale.


Perché ascoltare la tua musica?

Perché è musica Bio e fa bene alla mente e all’anima. A parte gli scherzi, non saprei. Lascio che lo scoprano gli altri il perché.


Descriviti in tre parole

Cantautore, illustratore e creativo.


Consigliaci un collega

Emiliano Guiducci.


Eventi futuri

Suonerò sabato 24 febbraio alle ore 19.00, dopo quasi due anni di assenza dal palco, in occasione della V Edizione della Rassegna di Roma Cantautori ospitata anche quest’anno dal Polmone Pulsante alla Salita del Grillo, 21 Roma. Vi Aspetto tutti numerosi!


Contatti

Mi trovate su Facebook su YouTube o visitando il mio sito internet www.alessandrocives.it

Le redazioni di Musa Distorta e In giro con l’arte ti ringraziano e ti augurano in bocca al lupo per i lavori futuri, siamo certi che saranno sempre un grande successo.



 


giovedì 1 febbraio 2018

Scoprendo la penna di... Mattia Fossati

Lo abbiamo conosciuto a Torino, al salone Internazionale del Libro, abbiamo letto il suo primo romanzo “denuncia” che non ha appassionato solo noi di In giro con l’arte e Musa distorta, ma ha catturato anche l’attenzione di Vittorio Sgarbi, presente alla manifestazione.
Questi sono autori che “aprono” gli occhi e raccontano delle verità che molto spesso non vogliamo proprio vedere.
Iniziamo quindi questa bella intervista, di chi parliamo? Del giovanissimo Mattia Fossati!

1      Quando hai iniziato a scrivere e perché
Ho iniziato a scrivere quando avevo diciotto anni. Volevo parlare di alcune cose che avevo dentro poi ho provato a imbrattare la carta delle cose che vedevo tutti i giorni.

Scrivere è una fuga dalla realtà?
Scrivere è un modo per fermarsi e riflettere sulla realtà. Molte volte succedono talmente tanti eventi che non riusciamo a capirne la sequenza logica; la scrittura permette di riporta l'ordine nel caos che regna nella nostra società. Credo però che scrivere, al giorno d'oggi, sia l'unico modo per sentirsi veramente liberi.

3       Scrittura, lettura e dislessia, ci hai mai pensato?
Sinceramente no. Più che l'era della dislessia, siamo nell'era dell'analfabetismo funzionale. Purtroppo il mondo è invaso da persone che, pur sapendo leggere e scrivere, non riescono a comprendere il senso logico di un testo o di un ragionamento.

      Parlaci del tuo primo lavoro in due righe
Un ragazzo che tenta di distruggere questa società per poi capire che l'unico modo per cambiare veramente le cose è entrare combattere dall'interno tutte le nefandezze di tutti i giorni.

5    Parlaci del tuo ultimo lavoro in due righe
Un saggio sui rapporti mai raccontati tra la mafia e l'eversione nera. Dal 1945 ad oggi un centro di potere occulto ha trattato con la politica, a suon di bombe o patti segreti, per garantirsi la completa impunità.

          Cosa è cambiato tra il primo e l’ultimo?
Oltre al genere letterario, credo che sia cambiato soprattutto l'approccio alla scrittura: se prima scrivevo per raccontare quello che sentivo, ora scrivo per raccontare quello che vedo. Oppure quello che non vedono gli altri.

7       Il tuo autore preferito, perché?
Marco Travaglio. La sua sagacia e la sua capacità di scrittura non sono comparabili con nessun altro giornalista in Italia.

8    Come è cambiato il tuo lavoro con l’impatto del digitale
Avendo iniziato a scrivere sulla carta, rimpiango i pomeriggi trascorsi dopo la scuola a scrivere sulle mie agende. È una consuetudine a cui non ho mai rinunciato. Se per scrivere il testo uso il computer, per prendere appunti o per fare il riassunto di una storia utilizzo – e utilizzerò sempre – i miei taccuini.

9    Tu e i social network?
È un rapporto di amore-odio. È fantastico ricevere il sostegno dei propri amici, peccato che molte volte il sostegno si limita ad un “mi piace” e non ad un “lo leggerò assolutamente”.

      Cosa fai prima di scrivere?
Di solito finisco di studiare per gli esami universitari. Poi alla sera mi piazzo davanti al computer e inizio a scrivere. Conciliare il tutto è molto difficile però il mio compito è provarci.

1    Ricevuti rifiuti? Come hai reagito?
Sono abbonato alla risposta: “purtroppo il suo progetto non rientra nelle nostre linee editoriali”. L'importante è non demoralizzarsi. Anche Proust ricevette molti rifiuti ma ciò non vuol dire che non sapesse scrivere. Mi rallegra un fatto: il manoscritto di Harry Potter venne acquistato dalla Salani invece la Mondadori lo rifiutò. Chi prese quella decisione venne licenziato qualche mese dopo per l'errore commesso. Ciò vuol dire che anche gli editori pagano gli errori di valutazione.

1    Musa ispiratrice?
La tristezza. Sarà solo una coincidenza ma quando sono un po' giù riesco a tirare fuori il meglio di me e ad esprimermi al 100%.

1    Tu e il sociale? Cosa ne pensi?
É quello che cerco di fare con i miei libri. Riuscire a smuovere un pochino le coscienze. È un’impresa molto difficile però voglio provarci. Quando le persone mi dicono che sono riuscito a dare informazioni che prima non conoscevano, è la più grande soddisfazione. Vuol dire che ho fatto bene il mio lavoro.

      Perché leggere i tuoi libri?
I miei libri non sono un oracolo. Offrono un punto di vista diverso e cercano di raccontare tutto ciò di cui si preferisce non parlare. Fatti e non opinioni.

      Descriviti in tre parole
Testardo, Testardo, Testardo

      Consigliaci un collega
Veronica C. Aguilar e Piero Didio. Oltre ad essere due cari amici sono anche due bravissimi autori che mettono davvero passione in quello che fanno.

1    Eventi futuri
Il 17 febbraio al Barricata 71 a Bologna presentazione del libro “Anima Nera. I legami occulti tra la mafia e la destra eversiva”.
Fiera del libro di Milano 8-12 marzo

1   Contatti
Mattia Fossati su Facebook


Le redazioni di Musa Distorta e In giro con l’arte ti ringraziano e ti augurano in bocca al lupo per i lavori futuri, siamo certi che saranno sempre un grande successo.