sabato 23 febbraio 2019

Recensione: La Rosa dei Venti - 1 - Le Gocce di Lazhull di Mirko Hilbrat

Tutto ruota intorno a Le gocce di Lazhull, pietre magiche che serviranno a Rion, uno dei protagonisti della saga scritta da Mirko Hilbrat, autore esordiente e self che non ha nulla da invidiare ai grandi nomi del genere Fantasy. Il migliore che io abbia letto fino ad ora, senza togliere nulla al resto dei miei amici autori. Perché ha una particolarità che vi dirò più avanti. La trama gira intorno a una gara nel reame d’Ametista: un evento che si svolge ogni tre anni, volto a celebrare l’alleanza dei regni delle terre del Grimorio. Sarà proprio Rion uno degli eletti, il quale si porta sulle spalle una cicatrice misteriosa, ma che gli ricorda sempre che qualcuno lo voleva morto. Durante questa avventura, saranno molti i pezzi di puzzle da raccogliere per ricostruire la storia del suo passato che lo porteranno a scoprire la sua vera identità. Non è stato facile terminare questo bel mattoncino, un po’ per la sua complessità compensata però dalla profondità di dialoghi e situazioni e un po’ per i miei impegni di lavoro che mi lasciano sempre poco spazio per ciò che realmente mi piace. Devo ammettere che ho acquistato questo libro, un po’ per la copertina, un po’ per la mia neo amicizia con l’autore e un po’ perché alle fiere andava via come il pane. Spinta da stima, dall’occhio per la bellezza e per la curiosità delle innumerevoli vendite, l’ho acquistato e l’ho messo sul comodino. Inizialmente, come quando non si conosce bene qualcosa, non ero molto convinta, poiché i regni del mondo di Hilbrat, mi ricordavano molto influenze di romanzi noti, ma ho dovuto ricredermi andando avanti nella lettura. Soprattutto per il mix di creature che solitamente non appaiono in questo genere di storia, come, ad esempio, i vampiri o antiche creature alate. La storia è ben articolata e ogni evento è strettamente legato al passato di Rion. Un ragazzo come tanti che qualcuno, però, vuole fare fuori. Chi è in realtà? E perché lo vogliono morto? Tutto il romanzo gira intorno a queste domande e a Le gocce di Lazhull. Una battaglia ricca di colpi di scena, di azioni, che si susseguono velocemente e che non ti lasciano nemmeno l’attimo di un respiro. Un rapporto profondo che nasce come una collaborazione e che forse (spero di sì) ha il profumo dell’amore. Una principessa che gli cattura letteralmente l’anima e un personaggio che io stessa ho amato sin dal principio. Nonostante il suo distacco e la sua integrità, in cuor mio, spero corrisponda l’amore del ragazzo. Questo romanzo per quanto sia ricco d’azione, ha un’incredibile introspettiva volta alla ricerca di se stessi. E non solo, è un remainder di valori che spesso dimentichiamo, perché troppo concentrati sulla meta da raggiungere. Mirko è un mix di entusiasmanti avventure, ma anche di delicatezza e sensibilità. Le si riconoscono attraverso i dialoghi, i pensieri, la descrizione di ogni personaggio. Racconta bene anche personaggi negativi e cattivi… a volte, talmente tanto che spesso si fa fatica ad accettare che ciò che racconta la fantasia di uno scrittore, non è molto distante da quello che accade nella realtà. Troverete anche influenze nerd. Quindi se siete amanti Tolkieniani, ma anche appassionati di manga, anime, serie ricche di azione e colpi di scena, di vampiri e creature antiche e mistiche, non potete non leggere questo primo capitolo.



domenica 10 febbraio 2019

Le interviste, teatro: Samantha Migale


Samantha Migale, nata a Roma il 26 settembre del 92, barista di professione, poche esperienze teatrali abbandonate nell’adolescenza. Il teatro si ripresenta nella sua vita, in un momento drammatico. Attraverso l’aiuto di Simone Pappalardo, il regista, si butta nella sua prima vera esperienza nello spettacolo “Se son rose fioriranno”. La definisce una grande fortuna aver incontrato questo gruppo teatrale, che l’ha aiutata ad affrontare timidezza e paura. Da Simone sta imparando molto, soprattutto a ritrovare il sorriso.

In questo spettacolo interpreta la cameriera di Verani.

Per l’intervista completa clicca qui:

Le interviste, teatro: Benedetta Gravina


Benedetta Gravina, classe 92, doppiatrice di professione, esordisce nel teatro, con lo spettacolo “Il fantasma dell’opera” in collaborazione con la sua più cara amica e del quale il ricavato è stato devoluto in beneficienza. Da allora non abbandona più il teatro. Lo definisce terapeutico, un qualcosa che ti mette completamente a nudo, una funzione terapeutica che serve a liberare tanti blocchi a livello emotivo.
Nello spettacolo “Se son rose fioriranno” di Simone Pappalardo, interpreta Marina, la moglie del protagonista, annoiata da un matrimonio ormai monotono e privo di entusiasmo.

Per l’intervista intera clicca qui:

INFO SULLO SPETTACOLO: