giovedì 23 ottobre 2014

Le rose celesti di Alessandro Cives



Cari amanti dell’arte,
oggi ho deciso di parlarvi di un ragazzo che ho avuto il piacere di conoscere in uno dei locali più rinomati della zona in cui vivo, parleremo di Alessandro Cives, al quale, presto vorrei dedicare anche un’intervista.
Quando l’ho visto per la prima volta, mi ha ricordato molto Battisti, non tanto per il suo stile musicale, ma per la folta chioma che lo distingue in mezzo alla massa.
Questo però è solo un piccolo aneddoto tra me e lui, perché quello che veramente rende speciale questo artista poliedrico, è che canta “così come viene”.
Foto di Concesion Gioviale
Quando ascolto Cives, chiudo gli occhi e immagino di essere seduta su un prato fiorito di una collina, sotto un albero, con il fruscio del vento che accompagna la dolce melodia della chitarra acustica di Alessandro, circondata da persone che amano la musica spontanea.
Perché è di questo che si tratta : di spontaneità, di semplicità, di una musica che racconta piccoli episodi di personali di vita vissuta, non costruita, pur essendoci molti riferimenti culturali, come sottolineava in un live la fotografa Lilly Vigna, in particolar modo nella canzone “Gozzilla”.
Altra particolarità del primo lavoro ufficiale di Cives , “Rose Celesti” ( autoprodotto nel 2008 e poi riedito da un’etichetta discografica: Terre Sommerse), è che questi fiori, compaiono in quasi tutti i suoi brani, ero molto incuriosita di scoprire il perché, se fosse un caso, oppure una cosa voluta e ho trovato una spiegazione, man mano che ascoltavo i brani.
Quanti di noi hanno mai visto una rosa celeste? Forse ne abbiamo sentito parlare ne “La divina commedia”, la Rosa Candita dove Dante decise di far sedere le anime destinate al paradiso, una sorta di anfiteatro con i sedili a forma di rosa.
Le rose celesti, in natura non dovrebbero esistere, sono “fuori dal comune”, non “normali”, esattamente come i personaggi che descrive Cives nei brani del suo primo cd, persone che hanno superato il propri limiti, considerate pazze, dalla gente comune.
Ne è un esempio, sottolinea lo stesso cantautore durante il live di domenica 19 ottobre, la ragazza che durante un funerale, si presenta lanciando chicchi di riso. Assurdo, non pensate? Almeno per persone attaccante alle proprie convinzioni di “normalità”.
Quello che mi piace di Alessandro, è proprio questo, riesce a rendere “normali” situazioni che per la massa sono, invece, considerate folli.
L’album di Cives, mi pare di intuire che sia, in parte, anche autobiografico, ma vi lascio il dubbio e ci ritroveremo a parlarne meglio, durante un’intervista che gli dedicherò.
Intanto, invito tutti voi a visitare il suo sito in aggiornamento : http://www.alessandrocives.it/







Nessun commento:

Posta un commento