lunedì 18 maggio 2020

Intervista - Marina Cappelli


1. Perché ha cominciato a scrivere? C’è un’immagine nella sua memoria che ricollega al momento in cui ha deciso di voler diventare scrittrice?
Sinceramente non lo so, forse per resettare il cervello da tutte le idee che si affollavano e che a un certo punto mi prendevano troppo spazio! Una sola immagine no. Qualsiasi cosa è capace di scatenare una reazione a catena che mi conduca alla stesura di un libro. 
2. Ci racconti il suo rapporto con la scrittura e com’è cambiato nel tempo. Cosa significa scrivere oggi, e cosa significava agli inizi? Cos’è rimasto, cos’ha perduto, e cos’ha guadagnato?
Il mio rapporto con la scrittura non è mai cambiato, adoro scrivere, modificare, inventare e anche confrontarmi. Forse più che con la scrittura è cambiato il mio rapporto con la grammatica: ricercando sempre la perfezione credo a tratti di odiarla per non riuscire a starle dietro. Neanche il significato dello scrivere è cambiato, era una valvola di sfogo ieri e, per buona sostanza, lo è anche oggi, diventando una passione. La passione è rimasta, forse ho perduto un po’ del tempo a disposizione per poter scrivere, crescere due figli da sola porta via molto tempo e più che crescono, più tempo ti prendono, ma dal riuscire a scrivere si ha sempre tutto da guadagnare. 
3. Qual è il suo pubblico ideale? A che lettore pensa quando scrive?
Io scrivo per tutti, finora ho spaziato tra i generi e intenderei continuare a farlo, ma resta fermo il fatto che alcuni dei miei libri non li consiglierei a un pubblico troppo giovane. 
4. Che relazione c’è tra la scrittura e la società, con le sue influenze politiche e culturali? E come convivono questi aspetti nella sua produzione letteraria?
La letteratura da sempre rispecchia il periodo storico che la circonda. Ovviamente ci sono opere legate al nostro passato, al presente e alcune al futuro. Quest’ultime sono spesso e volentieri molto curiose, ma in nessuna ho mai visto un completo distacco dall’educazione e dalle tendenze socio culturali ricevute dall’autore durante la propria vita. Io non faccio eccezione. Un esempio? Penso non sia difficile evincere se io sia una credente oppure no, leggendo un mio libro, come non penso sarà difficile capire se abbia o no rispetto per le persone che non condivido.
5. In che misura gli incontri (con altri scrittori, poeti, intellettuali) hanno influito nella sua poetica/scrittura? Ci parli anche delle fiere, per cortesia.
Il mio motto è, e sempre sarà, “non si può scrivere se non si legge”. Seguendo questo principio ho imparato cose, accettato errori, scoperto falle altrui. Leggendo e confrontandosi s’impara l’umiltà di scoprirsi a volte mediocri, ma anche la cruda verità che spesso più di lì non puoi andare. Io per fortuna non mi sono mai arresa e sono convinta che solo perseverando senza farsi sopraffare dall’invidia si riesca a trarre il meglio per noi stessi da certi confronti. Le fiere sono una buona occasione per confrontarsi non soltanto con gli altri scrittori, ma soprattutto con coloro che leggono. C’è un sano e diretto rapporto mentre ti ascoltano e credo che ciò serva più a me che a loro. Ho imparato moltissimo dal confronto con i lettori, ho capito che poche parole ma incisive valgono più di una spiegazione dettagliata, atta a convincere l’acquisto. Ho anche capito che le copertine hanno il suo fascino. Il connubio tra copertina accattivante e spiegazione concisa e schietta è quasi sempre vincente. Le fiere servono anche per ritrovare coloro che hanno acquistato i tuoi lavori e qui il dialogo può proseguire con le loro impressioni sul libro che hanno letto.    
6. Quali autori l’hanno formata maggiormente e com’è arrivato a loro?
Ve ne sono parecchi e tutti autori di generi diversi tra loro, nonostante prediliga la fantascienza, quella dello scorso cinquantennio, i Classici Urania, per capirsi. A un autore ci si arriva in vari modi: “obbligati” dal professore di italiano a scuola, consigliati da un conoscente, girellando per le fiere, mercatini, librerie, la famosa copertina accattivante che attira la nostra attenzione. Ho sempre letto di tutto, benché non tutto mi sia sempre piaciuto, ma tutti nessuno escluso hanno contribuito alla mia formazione.
7. Che rapporto ha con il mondo letterario? Esiste ancora un luogo ideale di incontro/scontro tra autori?
Mi sono ritrovata a pubblicare in un periodo in cui ormai avevo una famiglia, dei figli da crescere e un divorzio fresco di sentenza, purtroppo non ho mai avuto il tempo che avrei voluto dedicare ai ritrovi letterari. Per fortuna c’è internet, ma non credo sia la stessa cosa dei vecchi cari circoli letterari, o caffè letterari. Però devo ammettere che in un periodo di chiusura sociale a livello fisico, come questo degli ultimi mesi, internet abbia avuto il suo perché.
8. In che stato si trova la letteratura italiana oggi? Vede delle mancanze rispetto al passato, trova che ci siano delle fioriture interessanti?
Oggi riusciamo a scrivere tutti e con un po’ di coraggio, anche a pubblicare. Non è la Letteratura ad aver subito grossi cambiamenti, ma proprio il modo di fare editoria. Proprio per il fatto che tutti riusciamo a scrivere, c’è un aumento di scrittori esordienti e le Case Editrici non possono star dietro a tutti i manoscritti che arrivano alle loro redazioni. E per Case Editrici intendo quelle grosse, quelle che pubblicano perché credono nel lavoro che hai fatto e non quelle piccole a pagamento. Non ci sono mancanze sostanziali, anzi, se ci guardiamo in giro ci sono libri di esordienti, selfpublisher o indipendenti, piuttosto validi, solo che non li troviamo nelle librerie, ma alle fiere di cui abbiamo parlato prima, o su internet. Le Case Editrici seguono l’andamento di questi autori, controllano l’indice di gradimento e solo in caso di visualizzazioni consistenti contattano. Wattpad è una piattaforma di lancio che ad alcuni ha fatto comodo. L’invio dei manoscritti è roba passata, rispondono solo le Case Editrici piccole che a parer mio hanno la stessa rilevanza, se non minore, di una pubblicazione indipendente con alle spalle una buona Agenzia editoriale che corregge e aiuta nella pubblicazione. 
9. E per finire, un gioco: se potesse scegliere solo tre libri da consigliare, quali sarebbero?
Assurdo Universo, di Fredric Brown
Profezia Finale, di Chris Kuzneski
Mount Dragon, di Douglas Preston & Lincoln Child
ma chiedermene tre mi limita parecchio. Ne avrei da consigliare, anche tra gli esordienti.
10. Ci lasci i suoi contatti per favore.
Instagram: marinacappelli_author
Facebook: https://www.facebook.com/MarinaCappelliOfficialPage/
https://www.facebook.com/marinacappelli.55
sito (in allestimento): http://www.marinacappelli.com/ 
email: nowablu@gmail.com

1 commento: