giovedì 14 maggio 2020

Intervista a Simona La Corte

Ciao a tutti carissimi lettori, oggi vi presentiamo Simona, una scrittrice self innamorata della scrittura.


1. Perché ha cominciato a scrivere? C’è un’immagine nella sua memoria che ricollega al momento in cui ha deciso di voler diventare scrittrice?

Ho cominciato da bambina con racconti ispirati dalla mia fantasia e dalle storie che leggevo/ascoltavo. Crescendo, la lettura di romanzi fantasy e storici hanno ulteriormente arricchito il mio bagaglio di idee finché, nel 2016, ho sentito la necessità di mettere nero su bianco una trama che intrecciava la mia passione per la moda con quella per la musica rock. È nata così la prima bozza di “Anima e Corpo” e a questo momento, in particolare, associo l’immagine (o meglio, il ricordo) della mia primogenita neonata che vegliavo durante le mie notti di scrittura.

2. Ci racconti il suo rapporto con la scrittura e com’è cambiato nel tempo. Cosa significa scrivere oggi, e cosa significava agli inizi? Cos’è rimasto, cos’ha perduto, e cos’ha guadagnato?

La scrittura per me è un canale di sfogo, sia della mia fantasia che delle emozioni che non sono solita esprimere. Rispetto agli inizi, quando consideravo questa attività un semplice passatempo, adesso ha assunto un significato più importante e vorrei, con il tempo, farne un lavoro a tutti gli effetti. 
Degli inizi, è rimasta la passione di inventare storie che piacciano e facciano emozionare prima di tutto me stessa, senza seguire mode o generi più gettonati, ma anche la voglia di migliorarmi ogni volta di più. Ho guadagnato sicuramente in esperienza, soprattutto grazie al confronto con tanti stimati colleghi e con i lettori, che non hanno esitato a scambiare con me le loro opinioni. 

3. Qual è il suo pubblico ideale? A che lettore pensa quando scrive?

In generale, credo che il mio pubblico si possa identificare con quello che legge i Romance. Non mi sono mai posta questa domanda, a dire il vero; io scrivo e affido le mie storie a tutti i lettori.

4. Che relazione c’è tra la scrittura e la società, con le sue influenze politiche e culturali? E come convivono questi aspetti nella sua produzione letteraria?

Penso che i pregiudizi sul genere Romance siano ancora tanti e, soprattutto, siano legati all’accezione negativa di “letteratura di svago” come letteratura di serie B. 
Anche se nei miei romanzi non ci sono riferimenti a idee politiche (perché, per scelta personale, non faccio delle mie storie uno strumento di propaganda), affronto comunque problematiche sociali molto attuali. Per fare un esempio, nella mia ultima pubblicazione tratto il tema della tossicodipendenza con tutte le conseguenze che derivano da essa. 

5. In che misura gli incontri (con altri scrittori, poeti, intellettuali) hanno influito nella sua poetica/scrittura? Ci parli anche delle fiere, per cortesia.
Quella del Salone del Libro sarebbe stata la mia prima fiera come scrittrice, quindi non ho ancora esperienza in merito. Ho avuto comunque la possibilità di partecipare (da lettrice) al Festival del Romance Italiano lo scorso giugno a Milano e di conoscere alcuni colleghi con i quali avevo già stabilito un contatto attraverso i social, facendomi così un’idea sullo svolgimento di questi eventi.

6. Quali autori l’hanno formata maggiormente e com’è arrivato a loro?

Ho iniziato dalla letteratura italiana e straniera, invogliata dallo studio; poi c’è stato il periodo in cui ero appassionata di Stephen King e Tolkien, fino ad arrivare ai romanzi storici di Valerio Massimo Manfredi e ai Romance storici della Woodiwiss (questi ultimi grazie a mia madre, anche lei appassionata lettrice del genere).

7. Che rapporto ha con il mondo letterario? Esiste ancora un luogo ideale di incontro/scontro tra autori?
I social sono i luoghi nei quali sicuramente avviene il maggior numero di incontri/scontri tra autori. Finora, posso dire di trovarmi abbastanza a mio agio e riesco a pubblicizzare i miei romanzi senza ostacoli.
Tuttavia, se da una parte il mondo virtuale favorisce il contatto tra scrittori e tra autori e lettori, dall’altra è anche il luogo in cui si assiste a conflitti disgregativi.

8. In che stato si trova la letteratura italiana oggi? Vede delle mancanze rispetto al passato, trova che ci siano delle fioriture interessanti?

Con l’avvento del self-publishing, la letteratura italiana ha visto sicuramente fiorire un buon numero di nuovi scrittori che si sono distinti per il loro talento, ma è diventato anche più difficile emergere in mezzo a tante nuove proposte. La nascita di piccole case editrici ha inoltre agevolato molti autori per farsi conoscere, ma non sempre si riesce a ottenere i risultati sperati. 
Rispetto al passato, credo che le cifre riguardanti la media di scrittori e di lettori sia aumentato e, proprio per questo motivo, avverto come una sorta di esasperazione nel voler pubblicare quanti più libri possibili in un anno, facendo aumentare così il rischio di imbattersi in romanzi di media/scarsa qualità perché manca una figura professionale che si occupi della cura del testo. E ciò vale sia per manoscritti editi in self che da CE. 

9. E per finire, un gioco: se potesse scegliere solo tre libri da consigliare, quali sarebbero?

“Aléxandros” di Valerio Massimo Manfredi.
“Jane Eyre” di Charlotte Brontë.
“Memorie di una Geisha” di Arthur Golden.

10. Ci lasci i suoi contatti per favore.

Su Facebook mi trovate nella pagina Simona La Corte Autrice, mentre su Instagram il mio profilo è simona_la_corte88.





BIOGRAFRIA: 

Simona La Corte nasce il 7 gennaio 1988 e vive nel palermitano. 
Appassionata di romanzi rosa, musica e cinema, sogna di mettere le ali alle sue storie e nel 2019 esordisce in self con il romance Anima e Corpo, cui fa seguito Anima e Cuore.
A dicembre dello stesso anno inizia la collaborazione con Dri Editore, scrivendo un racconto di Natale per la raccolta A libro aperto cafè.
Love me, baby è il suo primo romanzo targato Dri Editore.

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