La mia ultima lettura è stata
divertente, frizzante, ma soprattutto un antidepressivo contro l’ultimo uomo di
turno affamato solo di ego! E l’ho poi terminato in queste ultime giornate di
neve e pioggia. Un toccasana per passare il tempo. Di cosa sto parlando? Non
tutti gli Uomini vengono per Nuocere, di Federica Bosco.
Titolo: Non tutti gli uomini
vengono per nuocere
Autore: Federica Bosco
Casa Editrice: Mondadori Omnibus
Genere: Romance Contemporaneo
Qualcuno me ne ha parlato bene,
altri meno bene e alla fine, sono entrata per caso in libreria e ho visto la
copertina: tutta rosa e con un gatto nero… e beh… non ho resistito. Somiglia
troppo al mio Fenix
Chi di voi donzelle non si è
sentita così almeno una volta nella vita? Sfortunate, oggetto di una serie di
strani eventi coincidenze, scaricate da uomini tragici o ancor peggio pieni di sé?
Soffocate dalla routine, da una famiglia ossessiva compulsiva maniaca del
controllo, licenziate da impiegati eccentrici e Hitleriani?
Ecco, questa è la storia della
protagonista: una donna fragile, ma forte. Una donna a cui tutti dicono cosa
deve fare e la quale tutti pensano troppo fragile tanto da trasformare un
problema di sonnolenza in un tentato suicidio. Tutti a dirle cosa fare e
nessuno che le chiede come sta.
Per una serie di sfortunate
coincidenze, Cristina si ritrova a tornare a casa dei genitori e in una finta
famiglia del Mulino Bianco che nasconde una serie di complessità quotidiane da
far invida anche alla più anormale delle famiglie.
E come se non bastasse si ritrova
la protagonista di una rete locale trash, vestendo i panni dell’inviata speciale
imbranata. (Idea che trovo poco originale, visto che accade così anche a un
famoso diario che tutte noi conosciamo).
Fortunatamente, ad accompagnare
questa serie di sfortunati drammi paradossali, c’è Carlotta (detta Carlo) sua
cara amica e maestra di yoga e dispenser di perle di saggezza che la sprona a
riprendere in mano la propria vita e a non lasciarsi contaminare da questi
eventi melodrammatici.
Il messaggio che vuole inviare
Federica a tutte le donne che si sentono sfigate, è che in realtà posseggono
una forza che potrebbe trasformarle e cambiarle radicalmente. In meglio.
Quello che ci mi è arrivato è che
spesso è necessario toccare il fondo. Perdersi nelle proprie paure e fermarsi a
riprendere fiato. Riordinare le idee, per poi scoprire che la felicità è proprio
sotto il nostro caso e che piuttosto che prendere qualunque direzione a caso, è
meglio soffermarsi e capire prima cosa siamo e chi vogliamo diventare.
Anche vivere un amore platonico
non è salutare ed è quello che succede a Cristina, dopo essersi innamorata dell’affascinante
medico del pronto soccorso dove viene ricoverata. Un uomo colto, bello
sportivo, perfetto, se non fosse che è fidanzato.
Da qui la ritroviamo ad osservare
la sua storia: una perfetta felicità, probabilmente costruita nel tempo. Una
tortura logorante che la porta a voler per forza trovare la stessa cosa,
tornando dall’ex e accettando i gesti di un ammiratore stalker e psicopatico.
Tutto sembra a suo sfavore, ma la
vita a volte riserba davvero delle belle sorprese e non è mai tutto come
sembra. Per essere felici, a volte basta
fare ordine, seguire il proprio istinto e accogliere i segnali.
Un romanzo divertente,
autoironico, frizzante contornato da personaggi che spaziano dal bello e sicuro
di se, all’imbranato e ammiratore asfissiante e pedante. O al divertissimo Luca
che è in grado di costruire un microonde, ma poi non sa rifarsi il letto. Una
allegoria della vita, in cui non bisogna mai troppo prendersi sul serio, ma al
tempo stesso un trampolino per ricominciare esattamente da cosa vogliamo solo e
soltanto noi.
Lo consiglio alle donne? Sì. E
agli uomini? Anche.
Vi strapperà un sorriso e forse
vi aiuterà a capire di più l’universo della filmomania femminile. Filmomania,
intesa come voler necessariamente andare avanti con l’immaginazione. Questo è
quasi sempre un errore, specialmente nelle storie d’amore.
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