domenica 17 maggio 2020

Intervista - Annalisa Mantovani - scrittrice




1.      Perché ha cominciato a scrivere? C’è un’immagine nella sua memoria che ricollega al momento in cui ha deciso di voler diventare scrittrice?
Fin dai primi ricordi che posso richiamare, ho inventato storie. Sui cartoni animati che vedevo, su quello che mi leggeva mia madre, su tutto. Imparare a scrivere a sette anni mi ha dato mdo di riportare le mie storie su carta, tutto qui. Scrivo da sempre, e leggo da sempre. Il momento preciso in cui ho deciso di VOLER diventare una scrittrice, invece, è stato esattamente tre anni fa. Dopo aver perso l’ennesimo lavoro precario, ho deciso che avrei fatto della mia grande passione il mio mestiere.
2.      Ci racconti il suo rapporto con la scrittura e com’è cambiato nel tempo. Cosa significa scrivere oggi, e cosa significava agli inizi? Cos’è rimasto, cos’ha perduto, e cos’ha guadagnato?
Scrivere è sempre stato una necessità per me. Liberare la mente dalle storie che la affollano, un modo per sfogare quelli che io chiamo “Rigurgiti di fantasia”, e questo non è cambiato. E’ rimasta la passione, l’amore per la scrittura, quello sì. Ho perduto tanti vizi di forma che all’inizio la rendevano poco scorrevole, e ne ho guadagnato in tecnica, e sicuramente in pazienza.
3.      Qual è il suo pubblico ideale? A che lettore pensa quando scrive?
Il mio pubblico ideale? Tutte le età e tutti i generi. Credo che l’unico requisito necessario sia l’immaginazione, per leggere le mie storie. E l’apertura mentale per capire che l’amore è amore, in qualsiasi forma si presenti.
4.      Che relazione c’è tra la scrittura e la società, con le sue influenze politiche e culturali? E come convivono questi aspetti nella sua produzione letteraria?
La scrittura per la società è importantissima. E’ essenziale. E’ attraverso la scrittura e la lettura che si forma il libero pensiero, che si impara a ragionare con la propria testa e a sviluppare l’autocritica. Nei miei libri parlo spesso di temi sociali importanti, specialmente riguardanti il mondo LGBTQ+. Cerco di sensibilizzare il lettore, anche attraverso il fantasy, all’accettazione del diverso, a cosa possono portare razzismo, xenofobia e omotransfobia, a cosa vivono tutti i giorni queste persone, sin dall’adolescenza.
5.      In che misura gli incontri (con altri scrittori, poeti, intellettuali) hanno influito nella sua poetica/scrittura? Ci parli anche delle fiere, per cortesia.
Amo profondamente confrontarmi con altri che fanno il mio stesso mestiere, mettere a confronto gli stili, l’inventiva, i temi dei nostri romanzi. Fiera, per il momento, ne ho fatta solo una molto piccola, ma mi è servita molto per stringere ancora di più il rapporto di amcizia con due scrittrici in particolare, due Amiche con la A maiuscola (Gioia De Bonis ed Eliana Matania Ruggiero). Sono occasion divertenti, istruttive e, benchè non eccessivamente remunerative, sono preziose opportunità di incontro con altri autori e con i lettori, anche se io sono molto timida e non so mai reagire ai complimenti!
6.      Quali autori l’hanno formata maggiormente e com’è arrivato a loro?
Se devo parlare d autori che mi hanno formata e trasformata, devo inserire sicuramente Stoker, Tolkien e Poe. Sono letterariamente un’onnivora, leggo di tutto e su tutto, anche le etichette dei detersivi, e sono cresciuta in una famigla di Bookworms terribili. In casa mia c’era magari poco da mangiare, ma c’erano libri ovunque, bastava sceglierli dallo scaffale e aprirli. Mio padre e mia madre non hanno mai messo limiti alla mia fantasia e a quel che volevo leggere, piuttosto si sedevano accanto a me per spiegarmi cose che non capivo. Così mi sono ritrovata a leggere molto e molto presto, a ri-leggere diversi romanzi anche a seconda dei vari stadi di crescita, e sono arrivata ai libri più disparati proprio nel momento in cui ne sentivo la necessità.
7.      Che rapporto ha con il mondo letterario? Esiste ancora un luogo ideale di incontro/scontro tra autori?
Con il mondo letterario ho un rapporto un po’ conflittuale. Molti autori non hanno più l’umiltà necessaria al dialogo, di questi tempi, e le case editrici, specialmente quelle più grosse, forzano spesso edizioni di testi (romanzi in particolar modo) che non sempre hanno un vero riscontro nei gusti dei lettori. C’è una grande domanda là fuori, che solo il Self-Publishing sta esaudendo, e alla quale si dovrebbe dare una risposta più concreta.
8.      In che stato si trova la letteratura italiana oggi? Vede delle mancanze rispetto al passato, trova che ci siano delle fioriture interessanti?
Gli autori Fantasy italiani sono delle vere fucine creative. Si dovrebbe dare loro molto più credito.
9.      E per finire, un gioco: se potesse scegliere solo tre libri da consigliare, quali sarebbero?
Sicuramente Il Silmarillion e Il Signore degli Anelli di Tolkien. Sono la base della fantasia e della creatività. E per sceglierne un terzo direi L’arte della Guerra di Tzu Sun. E’ un libro che tutti dovrebbero leggere, almeno una volta nella vita.
10.  Ci lasci i suoi contatti per favore.

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