Perché ha cominciato a scrivere?
Tra l'attitudine di scrivere e
quella di contare ho sempre preferito la prima, le immagini che ricordo con
maggior nitidezza sono legate alle mie piccole esperienze giornalistiche.
Il suo rapporto con la scrittura?
Quando scrivo mi sento a mio agio
perché la velocità dei miei pensieri è sincronizzabile con tale forma di
espressione, se scrivo sento di avere il controllo e questo mi mette a mio
agio. Trovo che in senso generale esprimere oggi la propria creatività sia
un'impresa titanica da qualsiasi punto di vista, viviamo in una società che ha
scelto la forma ai danni della sostanza e questo ha spalancato le porte alla
prostituzione intellettuale.
Qual è il suo pubblico ideale?
Il mio pubblico ideale è fatto di
persone che non hanno paura di scavare nel loro lato oscuro e più in generale
nell'oscurità del mondo che ci circonda.
Che relazione c’è tra la scrittura e la società, con le sue influenze politiche e culturali? E come convivono questi aspetti nella sua produzione letteraria?
La scrittura, come le altre forme
artistiche, risente del primato della propaganda sull'informazione, sull'etica
e sulla filosofia; questo ha letteralmente devastato il ruolo sociale degli
intellettuali. Oggi quelli veri sono dei sopravvissuti eroi post apocalittici
che resistono malgrado tutto alla devastazione culturale della società dei
consumi.
In che misura gli incontri (con altri scrittori, poeti, intellettuali) hanno influito nella sua poetica/scrittura? Ci parli anche delle fiere, per cortesia.
Beh nel mio caso l'incontro con
Veronica C. Aguilar mi ha restituito il piacere di scrivere dopo un lunghissimo
periodo in cui questa mia attitudine veniva assorbita interamente dalla mia
attività di songwriter. La fiera che ricordo con maggior piacere è il salone
del libro di Torino di un paio di anni
fa, esperienza davvero elettrizzante.
Quali autori l’hanno formata maggiormente e com'è arrivato a loro?
Su tutti Giovanni Lindo
Ferretti, ci sonno arrivato perché lo conoscevo come cantante dei Csi e devo
dire che chi lo definisce un “intellettuale prestato alla musica” non è andato
lontano dalla verità. Poi dico Nicolaj Lilin perché il suo stile crudo ti
scuote dal divano dove ti metti a leggere e ti catapulta nelle stesse realtà
che lui ha vissuto.
Che rapporto ha con il mondo letterario? Esiste ancora un luogo ideale di incontro/scontro tra autori?
Devo dire che ancora mi sento un
po' un imbucato alla festa, forse perché mi sento ancora troppo musicista, devo
però confessare che in alcuni casi le fiere sono luoghi stimolanti.
E per finire, un gioco: se potesse scegliere solo tre libri da consigliare, quali sarebbero?
Il primo è senza dubbio “ Il
contratto sociale” di J.J. Rosseau a mio
modesto avviso dovrebbe esserne resa obbligatoria la lettura nelle scuole, il
secondo è la “trilogia Siberiana” di Nicolai Lilin (volume unico), il terzo è
“Reduce” di Giovanni Lindo Ferretti, un lavoro che sfugge a qualsiasi
classificazione.
Ci lasci i suoi contatti per favore.
Emiliano Guiducci 3803440111, infoguiducci@yahoo.it,
www.emilianoguiducci.com
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