sabato 16 maggio 2020

Intervista- Emiliano Guiducci - Musicista e Scrittore


Perché ha cominciato a scrivere?

Tra l'attitudine di scrivere e quella di contare ho sempre preferito la prima, le immagini che ricordo con maggior nitidezza sono legate alle mie piccole esperienze giornalistiche.

Il suo rapporto con la scrittura?
Quando scrivo mi sento a mio agio perché la velocità dei miei pensieri è sincronizzabile con tale forma di espressione, se scrivo sento di avere il controllo e questo mi mette a mio agio. Trovo che in senso generale esprimere oggi la propria creatività sia un'impresa titanica da qualsiasi punto di vista, viviamo in una società che ha scelto la forma ai danni della sostanza e questo ha spalancato le porte alla prostituzione intellettuale.

Qual è il suo pubblico ideale?
Il mio pubblico ideale è fatto di persone che non hanno paura di scavare nel loro lato oscuro e più in generale nell'oscurità del mondo che ci circonda.

Che relazione c’è tra la scrittura e la società, con le sue influenze politiche e culturali? E come convivono questi aspetti nella sua produzione letteraria? 
La scrittura, come le altre forme artistiche, risente del primato della propaganda sull'informazione, sull'etica e sulla filosofia; questo ha letteralmente devastato il ruolo sociale degli intellettuali. Oggi quelli veri sono dei sopravvissuti eroi post apocalittici che resistono malgrado tutto alla devastazione culturale della società dei consumi.


In che misura gli incontri (con altri scrittori, poeti, intellettuali) hanno influito nella sua poetica/scrittura? Ci parli anche delle fiere, per cortesia.
Beh nel mio caso l'incontro con Veronica C. Aguilar mi ha restituito il piacere di scrivere dopo un lunghissimo periodo in cui questa mia attitudine veniva assorbita interamente dalla mia attività di songwriter. La fiera che ricordo con maggior piacere è il salone del libro di Torino di  un paio di anni fa, esperienza davvero elettrizzante.

Quali autori l’hanno formata maggiormente e com'è arrivato a loro?
Su tutti Giovanni Lindo Ferretti, ci sonno arrivato perché lo conoscevo come cantante dei Csi e devo dire che chi lo definisce un “intellettuale prestato alla musica” non è andato lontano dalla verità. Poi dico Nicolaj Lilin perché il suo stile crudo ti scuote dal divano dove ti metti a leggere e ti catapulta nelle stesse realtà che lui ha vissuto.

Che rapporto ha con il mondo letterario? Esiste ancora un luogo ideale di incontro/scontro tra autori? 
Devo dire che ancora mi sento un po' un imbucato alla festa, forse perché mi sento ancora troppo musicista, devo però confessare che in alcuni casi le fiere sono luoghi stimolanti.


E per finire, un gioco: se potesse scegliere solo tre libri da consigliare, quali sarebbero? 
Il primo è senza dubbio “ Il contratto sociale” di J.J. Rosseau  a mio modesto avviso dovrebbe esserne resa obbligatoria la lettura nelle scuole, il secondo è la “trilogia Siberiana” di Nicolai Lilin (volume unico), il terzo è “Reduce” di Giovanni Lindo Ferretti, un lavoro che sfugge a qualsiasi classificazione.

Ci lasci i suoi contatti per favore. 
Emiliano Guiducci 3803440111, infoguiducci@yahoo.it, www.emilianoguiducci.com


Nessun commento:

Posta un commento