1) Quali sono le caratteristiche
principali che un libro deve avere per colpire la sua attenzione?
Già solo prima di iniziarlo, una
trama coinvolgente e che stuzzichi la mia curiosità. Anche una bella cover non
fa male, ma non è indispensabile, non ho mai giudicato troppo un libro dalla
copertina. Sono pochi i libri che non mi piacciono, ma per amarlo proprio
allora un libro deve avere una caratteristica fondamentale: coinvolgermi cuore
e mente. Deve tenermi incollata alle pagine, farmi vivere le stesse emozioni
degli altri libri ma con mille sfaccettature diverse, e soprattutto deve
esserci una storia dietro, articolata possibilmente, che mi faccia agognare di
arrivare all’ultima pagina, e che veda una crescita emotiva dei personaggi.
2) Se e in che modo è cambiato il
suo modo di leggere negli ultimi anni?
È molto cambiato, anche solo per la quantità di letture. Leggendo tanti
libri sono diventata molto esigente, mi piacciono quelli che molti
definirebbero “mattoni emotivi”, anche se ovviamente dipende dal momento in cui
mi metto a leggere. Quando ero più giovane non facevo molto caso magari ai
messaggi dei libri, mi fermavo alla trama, se mi coinvolgeva o meno la storia.
Ora non riesco a leggere un libro senza trovarci dietro qualche tema o morale.
Riesco sempre a trovare qualche aspetto positivo dei libri, e quando raramente
non ci riesco, è perché magari non mi hanno trasmesso proprio niente o è una
storia fine a se stessa.
3) Ci parli della sua formazione
culturale, il suo percorso fra gli autori e le letture.
Non ho avuto una formazione prettamente classica, anzi, ma la
letteratura mi è sempre piaciuta. Penso fossi una delle poche ad amare Dante e
Manzoni al liceo, e mi sono sempre trovata molto bene con il pensiero dei
vecchi maestri. Nel corso degli anni ho fatto un po’ di autodidattica, non
studiando sui manuali, ma direttamente sul campo, leggendo e immergendomi nelle
menti geniali di molti autori del passato, passando da autori italiani a
stranieri, di varie epoche diverse.
4) Quale pensa che sia il ruolo
di un blogger oggi? Crede che influenzi i lettori nella scelta delle loro
letture o possa danneggiare gli autori?
Sicuramente diffondere “il verbo”, far conoscere ai propri lettori
nuove uscite, nuovi libri, o anche nuovi punti di vista. Sicuramente può
capitare che un lettore legga una recensione, gli piaccia e acquisti il libro,
quindi sì, ma non credo che influenzare sia il termine corretto. Penso che il
blogger incuriosisca il lettore a tal punto da fargli prendere in
considerazione delle nuove letture, magari anche totalmente differenti dal
proprio gusto. Quello che suggerisco sempre ai lettori è di cercare un blog in
cui i recensori abbiano dei gusti affini ai loro, sicuramente ha molte probabilità
di trovarsi bene e scovare una lettura piacevole o interessante.
Per quanto riguarda gli autori: no. Il panorama è vario, lettori ce ne sono tanti, e noi blogger non abbiamo la verità in tasca. Alcuni lettori condividono i nostri pensieri ma altri no, e per fortuna, altrimenti sarebbe tutto molto noioso, non credi? Il lettore è intelligente e questo lo sa, sa bene che noi forniamo pareri totalmente soggettivi, e che una recensione sia negativa oppure no, bisogna sempre tenere a mente questo.
Per quanto riguarda gli autori: no. Il panorama è vario, lettori ce ne sono tanti, e noi blogger non abbiamo la verità in tasca. Alcuni lettori condividono i nostri pensieri ma altri no, e per fortuna, altrimenti sarebbe tutto molto noioso, non credi? Il lettore è intelligente e questo lo sa, sa bene che noi forniamo pareri totalmente soggettivi, e che una recensione sia negativa oppure no, bisogna sempre tenere a mente questo.
5) Ha avuto un modello di
riferimento a cui si è ispirata per cominciare la sua carriera di blogger? Nel
tempo ha apportato delle modifiche che hanno reso la sua firma inconfondibile?
Decisamente no; ho aperto il blog quasi per caso e mi sono ritrovata in
un mondo tutto nuovo a me completamente sconosciuto. Andando avanti con
l’esperienza e iniziando a seguire altri blog mi sono ispirata sia per la
struttura delle recensioni, sia per il cambio di piattaforma, la parte estetica
diciamo.
Non credo di avere una firma inconfondibile, se proprio devo pensare a una caratteristica comune a tutti i miei articoli da circa un anno a questa parte, mi viene in mente la creazione dei banner per la copertina delle recensioni. Ho imparato piano piano – con fatica e tartassando le amiche per le spiegazioni – a usare photoshop, e da quel momento mi sforzo di crearne sempre di diverse, a volte fallendo miseramente, ma l’importante è provare.
Non credo di avere una firma inconfondibile, se proprio devo pensare a una caratteristica comune a tutti i miei articoli da circa un anno a questa parte, mi viene in mente la creazione dei banner per la copertina delle recensioni. Ho imparato piano piano – con fatica e tartassando le amiche per le spiegazioni – a usare photoshop, e da quel momento mi sforzo di crearne sempre di diverse, a volte fallendo miseramente, ma l’importante è provare.
6) Qual è la parte più difficile
del suo impegno di blogger? E la più frustrante e/o noiosa?
La parte più difficile direi riuscire a scrivere recensioni che non
siano sempre uguali, cercando di metterci anche qualcosa di personale, di
variare la struttura. A volte è difficile riuscire a scrivere delle recensioni
negative, in primo luogo perché bisogna destreggiarsi in modo tale da non
offendere nessuno, ma anche perché non mi piace scrivere semplicemente sì mi è
piaciuto o no non mi è piaciuto, cerco sempre di spiegare il perché, ma a volte
per farlo bisogna rivelare dettagli del libro che potrebbero essere considerati
spoiler.
Per quanto riguarda la più noiosa, è facile: le segnalazioni. Mi
annoiano davvero molto, più che altro perché è un procedimento tutto uguale.
Per quanto riguarda la parte frustrante: direi non veder riconosciuto
il mio lavoro e impegno. Molte volte gli autori che chiedono segnalazioni o
recensioni poi non si disturbano nemmeno a lasciare un like o commento
all’articolo, e a volte nemmeno alla pagina del blog. E a volte vale anche per
le case editrici. Ci sono poi quelli che ahimè non leggono il regolamento, se
ne escono con: “seguo il tuo blog, mi piace moltissimo, vorrei proporti il mio
libro da recensire.” E allora poi la domanda sorge spontanea: ma se segui il
mio blog non hai visto scritto dappertutto grande come una casa che non accetto
richieste di questo tipo da mesi?
7) Quali autori del passato ha
amato? Quali pensa che oggi incontrerebbero difficoltà a essere pubblicati, e
perché?
Oh, ce ne sono davvero molti: Dumas, Wilde, Austen, C. Brontë... Stiamo
affrontando un fenomeno culturale che vede in parte la sovrapubblicazione dei
libri. Da circa 10 anni, se non ricordo male, ci si può autopubblicare, quindi
se il numero di lettori è rimasto più o meno lo stesso, questo non si può dire
di quello degli autori. In un panorama che vede una così ampia scelta, credo
che bene o male avrebbero tutti delle difficoltà, anche perché molto dipende
dal genere che tira di più in quel momento.
8) In che modo è cambiato il modo
di leggere? Secondo lei cosa cercano oggi i lettori in un libro?
Penso che dipenda dal percorso e dalla percezione di ognuno di noi.
Sicuramente la vita di oggi è molto frenetica, a volte piena di problemi,
quindi oltre a leggere per evadere o vivere altre vite, magari alcuni cercano spensieratezza
o una risata, o semplicemente la possibilità di vivere attraverso altri
esperienze ed emozioni tutte nuove.
9) Molti ritengono che il
blogging sia un lavoro, mentre altri no. Lei cosa ne pensa?
È decisamente un lavoro e non retribuito per la maggior parte.
Programmare articoli, curare la parte grafica, leggere libri e scrivere
recensioni fatte bene, che dicano un po’ più delle classiche informazioni
(bello, brutto ecc.), e poi condividere sui vari social richiede tempo.
Purtroppo ho riscontrato la tendenza a non considerarlo un lavoro da parte di
persone che non capiscono l’impegno che c’è dietro, che non l’hanno mai fatto,
oppure, brutto a dirsi ma è così, da autori che non hanno ricevuto le classiche
5 stelline.
10) cosa significa essere un
blogger e perché la decisione di farlo? (Domanda solo per i blogger)
Personalmente, non l’ho deciso, mi è capitato. Avevo aperto un forum
con cui condividere la mia passione per la lettura con altri lettori come me,
ma anche per fare amicizia. Il progetto non è decollato molto bene, forse si
potrebbe dire perché il forum è un precursore dei social. Considerando anche il
fatto che non sono mai stata molto tecnologica o patita di social, quando
un’autrice mi ha scritto all’email del forum per chiedere una recensione,
inviandomi addirittura il file, sono completamente caduta dalle nuvole. Non
sapevo proprio dell’esistenza di questa pratica, del blogging strettamente
connesso ai social; un mondo totalmente nuovo, come ho scritto prima. Da lì in
poi è stato un percorso naturale, ho imparato piano piano, e sono andata
avanti. Cosa significa quindi essere un blogger? Non posso certo parlare per
altri, per me: vivere costantemente nella mia passione, con tutti i pro e i
contro che questo comporta.
Grazie mille per l'opportunità, l'onore e lo spazio che mi avete dedicato! Per me è stato molto emozionante mi ha fatto piacere che abbiate voluto dare risalto anche alla figura della blogger!
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