Ciao amici del web,
lui è uno dei miei preferiti, perché la sua passione per video-giochi e anime ha influenzato molto il suo modo di scrivere e a me piace moltissimo :)
1 – Perché hai cominciato a scrivere? C’è un’immagine nella sua memoria che ricollega al momento in cui ha deciso di diventare scrittrice?
Il romanzo che ho scritto è stato il frutto di una serie di idee nate per realizzare un’avventura per un gioco di ruolo. L’idea iniziale si è poi espansa, con l’intenzione di realizzarne un fumetto ed infine si è concretizzata nel romanzo che ho scritto. Non ci sono immagini a cui lego questo evento, semplicemente perché NON ho mai deciso di diventare scrittore (e penso che l’aver scritto due libri non faccia ancora di me uno scrittore) semplicemente ho scritto due romanzi nella speranza di riuscire a completare l’intera saga… magari, in futuro, a saga ultimata… potrei rispondere alla domanda.
2 – Ci racconti il suo rapporto con la scrittura e com’è cambiato nel tempo. Cosa significa scrivere oggi e cosa significava agli inizi? Cos’è rimasto? Cos’ha perduto? E cosa ci ha guadagnato?
Scrivere e inventare storie è sempre stato nelle mie attitudini da che io ricordi. Da bambino giocavo con i giocattoli, pupazzi, robot ecc… e anche in quelle occasioni creavo storie nelle quali questi giocattoli si muovessero. A scuola (fin dalle elementari) ho sempre avuto una particolare propensione per i temi, a maggior ragione se erano inerenti all’invenzione di storie o racconti. Diciamo che scrivere è sempre stato molto naturale per me, sono sempre stato affascinato dalla lingua italiana e determinate frasi o metodi di espressione scritti avevano un particolare impatto emotivo. Da quando ho deciso di provare a realizzare un romanzo ovviamente ho dovuto affrontare diverse realtà cui non ero avvezzo: non si tratta soltanto di saper o voler scrivere, dietro un romanzo c’è un lavoro di creazione, di sceneggiatura, di studio, di ricerca e molto altro che vanno oltre il semplice saper scrivere.
Cos’è rimasto? Ovviamente tutto quello che ogni giorno ho imparato e continuo ad imparare. Cos’ho perduto? Sicuramente (spero) tutti gli errori nei quali sono incappato e continuerò ad incappare, “perdere” l’errore vuol dire aver compreso dove si sbagliava, quindi vuol dire progredire nel modo corretto.
Cosa ho guadagnato? Fiducia e autostima nel lavoro che cerco di svolgere come autore, lettori e persone che hanno dimostrato di amare quello che avevo con fatica preparato per loro e… spero vivamente… molto altro in futuro.
3 – Qual è il suo pubblico ideale? A che lettore pensa quando scrive?
Il mio romanzo è un fantasy, e tendenzialmente potrebbe essere considerato di nicchia (nonostante questa nicchia sia fortunatamente una voragine immensa). Ovviamente se non ami o conosci il genere non ti ci avvicini facilmente. Personalmente penso che il mio target ideale sia quello che ama, oltre al genere fantasy, il mondo dei fumetti, degli anime o dei videogiochi, perché io per primo sono uno di questi e nel romanzo che ho realizzato si respira una percentuale molto alta di questi metodi di intrattenimento così diversi e così intrecciati tra loro. A che lettore penso quando scrivo? Al Mirko Hilbrat adolescente, (che poi da quello attuale ha soltanto i dati anagrafici aumentati), perché penso che quello che scrivo è frutto di tutto quello che ho sempre amato leggere/vedere/giocare e di conseguenza potrebbe piacere a tutti coloro che, in qualche modo, si rispecchiano nel mio alter ego più giovane.
4 – Che relazione c’è tra la scrittura e la società, con le sue influenze politiche e culturali? E come convivono questi aspetti nella sua produzione letteraria?
Sinceramente è una domanda a cui non saprei dare una risposta. Mi definisco una persona molto asociale, che sta difficilmente in mezzo alle persone (soprattutto le masse) salvo se quelle rare occasioni in cui mi senta particolarmente affine alla compagnia che mi circonda. Personalmente non amo leggere storie in cui si cerca di riportare temi attuali della vita reale (diciamo che difficilmente amo leggere storie in cui l’elemento surreale sia assente) per me la lettura, o in ogni caso l’intrattenimento portato da canali come libri/serie tv/fumetti/film ecc… devono tenermi il più lontano possibile dalla vita reale. Per rispondere alla domanda potrei dire che, elementi come influenze politiche e culturali della società in cui vivo, restano deliberatamente “fuori” dal mio mondo fantastico.
5 – In che misura gli incontri (con altri scrittori, poeti, intellettuali) hanno influito nella sua poetica/scrittura? Ci parli anche delle fiere, per cortesia.
Dal momento in cui ho iniziato a “navigare” in questo ambiente più da vicino ho conosciuto molti autori che, auto-prodotti e non, e devo dire che personalmente ritengo che la differenza tra un autore affermato e conosciuto ed uno auto-prodotto in alcuni casi è pari a zero. Ci sono tantissimi autori che non hanno nulla da invidiare a scrittori affermati, ma qui si andrebbe a toccare altri temi che poco hanno a che fare con l’esperienza o la competenza. Questo per dire che un lettore (fortunatamente) non fa quasi più caso se quello che tiene tra le mani sia un romanzo sponsorizzato da una mastodontica CE o il frutto del lavoro di un autore solitario e auto-pubblicato, se il libro vale, regalandogli le emozioni che ricerca, lo apprezzerà nella stessa misura.
Personalmente l’incontro con altri autori è sempre costruttivo, troverai sempre quello che ti apre gli occhi su qualcosa che prima sembrava offuscato, quello che ti metterà davanti ad un errore che non pensavi di aver commesso o che elogerà qualcosa nel tuo romanzo che tu per primo nemmeno ritenevi valido. A mio avviso in questo campo non esiste (o non dovrebbe) concorrenza, anzi, se un lettore ama il romanzo di un autore, e quell’autore ha un buon parere del mio, di conseguenza quel lettore potrebbe amare anche il mio. A conti fatti se un lettore si affeziona a due autori differenti lui per primo guadagna più libri da leggere, mentre ognuno degli autori ha guadagnato un lettore in più. Nessuno perde nulla.
Le fiere sono uno degli aspetti più magici e belli che questo tipo di esperienza mi ha regalato. Faticose certo, ma di quel tipo di fatica che ti tiene sempre il sorriso sul volto stanco. L’incontro con i lettori, raccontare del proprio romanzo a chi è curioso di sapere, discutere della propria esperienza così da vicino credo sia qualcosa che non può essere descritto con le parole. Ogni fiera è una boccata di aria nuova. (peccato non avere sempre la possibilità di farne molte)
6 – Quali autori l’hanno formata maggiormente e com’è arrivato a loro?
Qui si tocca un tasto particolare. Personalmente sono un lettore di genere fantasy, ma soprattutto sono un grandissimo lettore di fumetti (manga soprattutto) e, nonostante le molte letture di vari romanzi di genere non mi sento di avere un autore come punto di riferimento. Sicuramente in ogni libro/fumetto/film/serie tv/videogames vissuto ho avuto una o più fonti di ispirazione, ma è un quadro molto ampio e generico per poterlo analizzare da vicino.
7 – Che rapporto ha con il mondo letterario? Esiste ancora un luogo ideale di incontro/scontro tra autori?
Non saprei, al momento mi limito a vivere in questo “mondo” durante le fiere a cui partecipo (che purtroppo non sono molte) per il resto faccio una vita e svolgo un lavoro del tutto lontani da questo ambiente.
8 – In che stato si trova la letteratura italiana oggi? Vede delle mancanze rispetto al passato, trova che ci siano delle fioriture interessanti?
Come detto prima non sono così avvezzo e competente per poter rispondere, indubbiamente (per varie ragioni) negli ultimi anni mi sono ritrovato a leggere molti più romanzi di autori italiani auto-prodotti che altro e devo dire con grande interesse. Autori, storie, ne siamo completamente invasi, c’è davvero l’imbarazzo della scelta, e non penso sia un male.
9 – E per finire un gioco: se potesse scegliere solo tre libri da consigliare, quali sarebbero?
Ovviamente resto in tema fantasy:
La trilogia di Jay Kristoff – Nevernight
(so che mi avete chiesto tre singoli ma ritengo una trilogia come un unico grande libro)
Arthas, L’ascesa del Re dei Lich di Christie Golden (tratto dai molteplici romanzi ispirati al videogame World of Warcraft)
Darkwing di Davide Cencini (per l’appunto uno degli autori italiani auto-prodotti che più ho apprezzato.
10 – Ci lasci i suoi contatti perfavore.
Mirko Hilbrat FB – mirkohilbratautore Instagram – Mirko Hilbrat Twitter - vorkamor@libero.it -
Nessun commento:
Posta un commento